15-03-2022
UN FATTO STORICO PER IL TRADING DEI METALLI, IL NICHEL FA TREMARE IL MONDO
Non era mai successo in 145 anni di storia del London Metal Exchange (LME), la borsa dei metalli non ferrosi con sede a Londra.
Ieri, per la prima volta ha sospeso le contrattazioni del nichel e concesso più tempo ai detentori di tutti i contratti principali per ripristinare il margine.
E’ stato così evitata un’imbarazzante, quanto pericolosissima chiusura del conto trading di CCBI Global Markets, controllata dalla China Construction Bank, principale banca commerciale cinese e tra le più grandi al mondo.
Il prezzo del nichel è letteralmente esploso nell’arco di un paio di seduto. Stava a 27.000 dollari per tonnellata il 3 marzo scorso (17.000 dollari a fine 2021), mentre nella mattinata di ieri sfondava per la prima volta la soglia dei 100.000 dollari. Dopo il +66% di lunedì, riusciva a mettere a segno in qualche ora fino a +111%.
L’esplosione della quotazione ha fatto saltare i conti dei “shortisti”, cioè degli investitori che avevano scommesso sul suo ribasso.
Essi sono corsi subito a chiudere le posizioni per contenere le perdite, dando vita al fenomeno noto come “short squeeze”.
La società cinese risultava esposta per centinaia di milioni di dollari e non possedeva prontamente tutto il denaro necessario per rimpinguare il margine richiesto. Per capire di cosa parliamo, dobbiamo spiegare sinteticamente come avviene un investimento a leva.
L’investitore mette una parte del capitale richiesto per l’acquisto di un titolo o una materia prima. Il resto è finanziato da terzi; nello specifico, LME ha il compito di monitorare i rapporti di debito/credito per garantire la regolarità delle transazioni. Tuttavia, l’investitore rimane esposto per l’intero ammontare.
Qualora le perdite azzerassero o quasi il margine depositato, la stanza di compensazione sollecita il cliente a ricostituirlo, altrimenti si trova costretta a chiudere la posizione.